Giureconsulto romano. Probabilmente oriundo della Siria, imparentato con
l'imperatore Settimio Severo, fu assessore del prefetto del pretorio sotto Marco
Aurelio e prefetto del pretorio dal 203 sotto Settimio Severo. Ucciso sotto
Caracalla, una tradizione vuole che l'imperatore stesso lo abbia fatto uccidere
perché si era rifiutato di giustificare davanti al Senato il fratricidio
commesso da Caracalla. Figura di grande austerità morale, fu giurista fra
i più grandi della sua epoca per profondità e acutezza
nell'impostazione logica, valutazione delle circostanze ed equità nelle
sentenze. Le opere principali sono i 37 libri di
quaestiones, che seguono
il tipo dei
digesta, e i 19 libri di
responsa, che mescolano con i
responsi su casi pratici le discussioni di casi teorici; si aggiungono due libri
di
definitiones, lo scritto
de adulteriis e l'operetta in greco
Astinomikos monobiblos (m. Roma 212).